AGRICOLTURA SOCIALE VALDERA
L’Agricoltura sociale
nasce dall’incontro fra le politiche per la salute e le politiche agricole.
Per salute si intende lo stato di completo benessere fisico,
mentale e sociale dell’individuo e non la semplice assenza dello stato di malattia
e di infermità (OMS). Questo concetto
di salute implica che concorrano alla generazione di salute più politiche e
soggetti ed in particolare una serie di politiche pubbliche, sociali,
culturali, formative, del lavoro etc., che influenzano nel loro insieme il benessere psico-fisico delle persone.
Le politiche di sviluppo rurale risultano a pieno titolo
inserite nelle politiche che influenzano il benessere (coniugazione agricoltura
– salute).
Possiamo quindi definire l’agricoltura sociale come
quell’attività che impiega le risorse dell’agricoltura e della zootecnia, in
presenza di piccoli gruppi, familiari e non, che operano nelle aziende
agricole, per promuovere azioni terapeutiche, di riabilitazione, di inclusione
sociale e lavorativa, di ricreazione, di educazione, oltre a servizi utili per
la vita quotidiana.
L’agricoltura improntata a criteri di sostenibilità
concorre al benessere della popolazione non solo attraverso il ‘corretto’
svolgimento della propria attività principale, cioè la coltivazione/manutenzione
del terreno, ma anche attraverso l’erogazione diretta di servizi sociali a
beneficio delle fasce deboli di popolazione, il tutto con qualità e ricadute
superiori ad analoghi servizi realizzati in ambiente urbano, proprio per il
valore aggiunto apportato dall’ambiente rurale, in cui spazi e tempi risultano
ancora (spesso) a misura d’uomo e quindi particolarmente adatti alle categorie
fragili. La pluralità di setting che il
contesto agricolo mette a disposizione accresce le possibilità degli operatori
dei servizi e innalza la qualità dell’offerta in una fase come quella odierna
di riduzione complessiva delle risorse disponibili.
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