L'orto sociale cresce, spazio alle galline per imparare un mestiere
"Fa bene a tutti, non soltanto ai pazienti"
Pontedera, 21 ottobre 2011 - Mani laboriose, instancabili e occhi curiosi, smaniosi di imparare cose nuove come quelli di un bambino. I 'pazienti' del
Centro diurno per la salute mentale di Pontedera hanno un’energia
incontenibile che trova libero sfogo solo nella natura, nel contatto
diretto con la terra. "Quando lavoro l’orto sono una persona diversa —
spiega commossa Elena — finalmente mi sento utile, indipendente. Sono
davvero felice". E il sorriso di questi ragazzi parla da solo, vale più
di mille discorsi, ripaga gli sforzi più duri. Sono questi i frutti
preziosi del progetto di agricoltura sociale — intrapreso dalla Società della
salute Valdera, dall’Usl 5 e dall’Unione dei Comuni — nato nell’azienda
Colline verdi di Partino dove ieri sono stati inaugurati l’orto
sinergico e l’allevamento di galline ovaiole.
Due nuovi tasselli che vanno ad arricchire il tortuoso cammino —
oggi fattosi ancor più arduo visti i tempi di ristrettezze economiche e
la difficoltà che stanno vivendo le istituzioni locali — iniziato con
il Giardino dei semplici per promuovere pratiche
riabilitativo-terapeutiche e spiccato in volo anche grazie alla
fondazione nel 2008 di Valdera insieme onlus Mauro Gallevi. Poi nel 2009
l’inaugurazione a Pontedera del punto vendita delle aziende agricole
aderenti all’associazione e un nuovo percorso formativo denominato
Agricoltura sociale in Valdera, fino ad arrivare nel 2010 quando i
finanziamenti del Piano integrato di salute permettono di dar vita a
percorsi di pet therapy e a ripetere l’esperienza di Natura come amica.
Così il giardino è cresciuto, diventando orto familiare, erbario e
frutteto. Fino ad arrivare ad oggi.
Piccoli passi verso un grande sogno che parla di accoglienza, inclusione sociale, economia etica. "Io
coltivo la melissa — racconta Leonardo, occhi vivaci e una gran
parlantina —, mi piace lavorare la terra, ma mi piace anche tanto la
musica. Infatti mentre sono nell’orto canto sempre qualche canzone".
Prendendosi cura di piante e animali questi ragazzi entrano in contatto
con il mondo, si sentono parte del sistema che spesso invece li emargina
e li guarda da lontano con diffidenza. Ma per rompere questo muro che
li separa dagli altri, dai cosiddetti “normali” serve un lavoro
costante. "Coinvolgere la comunità nelle nostre iniziative — spiega il
coordinatore del Centro diurno Paolo Cantoresi — fa bene a tutti, non soltanto ai pazienti". Questo è il motivo per cui le scuole della Valdera organizzano gite all’interno dell’azienda agricola e del centro. Il progetto Mud va proprio in questa direzione: l’obiettivo è trasformare il Centro diurno della
salute mentale in un Centro sociale rivolto al bisogno di salute di
tutti anche attraverso spettacoli teatrali, sport e danza con corsi
aperti a tutti. Vincenzo, Leonardo, Elena, Francesco, Marco, Fiorenza,
Monica, Jacopo e Andrea sono parte di noi.
Elisa Capobianco
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